rigettato l'ennesimo ultimo appello, di nuovo in bilico nel braccio della sorte. la bella copia di tutto ciò che non sarà stato è imbrattata di scritte, buoni propositi, lagnanze e complesse architetture. per questo, è sempre più estenuante. è costoso, sterile e velenoforo. fino alla goccia che ha fatto traboccare di conseguenze il mio pozzo dei desideri. da quella in poi, ho sempre saputo come va a finire e non è bello per niente. ma è tutta colpa mia e della memoria a cui non do tregua. è colpa dei dettagli che mi autossessionano, dei bombardieri in volo che sganciano milizie di frattaglie. soltanto ai bambini, ai carnefici e ai morti si perdona quasi tutto. eppure, vorrei non sentire più l'aria scodinzolata attorno a me, vorrei non si guardasse più al di là di me. vorrei ma non posso fidarmi di te sgocciolare senza frustrazioni. anche quando sono dispersa nei sogni a precipizio, nei maledetti indomiti spasmi, nelle scioglievoli immagini selvagge, vorrei ma non posso e non lo dimentico mai. perché la speranza, l'abbandono e dio si ostinano a non esistere, non vedo perché dovrebbe tutto il resto.