a volte arrivi a spappolarmi il petto, a sfidarne la consistenza, a rimbalzarci sopra e spremerlo. e poi basta un dettaglio - un tendine o, che so, un angolo - tutto torna al proprio posto. come se niente fosse stato. poi sfarfalliamo da un fiore a un vassoio, dalle stelle a domani. che poi diventa tre giorni o sei. un po' mi viene paura di impazzire, un po' mi rotolo o cerco. è una gioia melmosa, è il fascino irresistibile delle mani sporche, delle labbra secche. quando girovago e sbatto contro i cadaveri che non riesco a seppellire, alle emozioni che implodono, ai desideri che prima o poi dovrò quantomeno esprimere. tu torni solo se smetto di aspettarti, a bruciarmi gli occhi, a rotearmi il mondo. torni per dispetto, a dirmi di sì, a chiedermi ancora, a chiedermi adesso. ma non smetti mai di scivolare, di giocare a nascondino, di barare. perché lo sai che ti metterei le mani al collo fino a farti diventare mio. che farei di tutto per difenderti, persino da te stesso. ed è questo il punto, vero? il gioco a somma zero in cui ci hai scaraventati. tu o io, verremo al pettine. e io contro di te non voglio vincere.