niente prediche, lo so: è atroce. non dovrei. bla bla bla. è la vita che continuo a far succedere (qua dentro, al sicuro dalle emicranie). spalmata sulle tue lenzuola o sul ciglio della strada. non è pensare al posto tuo: è vivere al mio. è il contrappasso idiota agli schiaffi sulle guance già in fiamme. alle secchiate d'acqua e spilli. quando ti allatto e tu mi sbrani. quando mi fai volavola e poi mi lasci schiantare (ruzzolare i denti sull'asfalto). mi hai vinta all'asta. hai puntato come un pazzo, sempre di più, le maniche a brandelli, il doppio, il quintuplo, il contrario di gratis. nessuno ha ribattuto. sono una sega al rialzo. hai puntato troppo? io devo figurarmelo. perché ho visto le tue spalle andare via più spesso che i tuoi desideri. mi mancano. capisci che succederà e che io devo sopravvivere. che non puoi ammazzarti di beneficenza. che la domenica mattina non si può tosare una foresta pluviale. che ti uso per sentirmi viva, per non dormire sotto scacco, perché blaterando del tutto non mi chiederai mai niente. tanto le risposte le sai già. come e quando vado, fingo e vengo. la faccia con cui ti avrei sedotto, salda su queste gambe, le tende rossosangue e oro. unisci i puntini dall'uno a noi e fatti due risate. vedrai che lo sapevi già. e quando te ne sarai andato, un bel respiro profondo e giù i pantaloni, occhi chiusi: saranno i morsi di una vita da vivere (più accattivante di questa). sarà il caldo del respiro mozzato in gola, il bagnato della gioia quand'è letale. io godo la goduria che sia già successo. prendo i sogni, li  lecco e li accartoccio. quel rumore croccante per ore, nottate intere. è lui che mi culla, mi stringe, mi accarezza e mi addormenta. mi racconta la favola di te che mi racconti le favole e poi ci dormiamo addosso. non sono affatto mostri, non sono angosce, fanno paura solo a te. sono le vie di fuga che mi permettono di non scappare quando mi fai un po' paura. quando mi manchi e mi fa male, a dir la verità.