la tua salute non è contagiosa, e non lo sono i miei disagi sonnambuli. alla faccia dell'ascorbato di potassio. fare l'amore attraverso le vetrate delle nostre dissonanze magnetiche. ogni notte un minimo comune multiplo un po' più intransigente. era domenica e non avevo fatto la spesa, come spesso. e il calvario della cooppona del centro commerciale. rispondevo agli ultrasuoni dei tuoi fischi come i cani, fra un panettone e un'estrema unzione. rubavo gli anacardi salati a manciate. le stesse mani con cui oggi mi strappo via i peli delle gambe, le stesse manciate dei baci che rubo alle tue tasche. intanto giochi col decespugliatore: non leccare le mie rose senza prima averle spremute con le unghie. senza prima aver distillato le mie cosce. le pietre del muretto sono solo incastrate dalle mani: se ci sbatti la testa così forte, la mia vita diviene una pietraia. e non restano più i confini, e si perdono i sentieri, e s'ingarbugliano le direzioni, e s'incastrano le coordinate. tutto perduto e inutile: così confuso che com'è adesso già ci basta, per rincorrerci all'infinito.