ci hai messo tutta la vita. lo sapevi che saresti entrata dall'uscita d'emergenza, come tutte le altre volte, sapevi che non se ne esce mai. che dopo un po' che te ne stai accucciata nella merda, con le orecchie tappate e gli occhi da non farci entrare niente, ti viene voglia di uscire e farti bella. vuoi ballare sulle punte, vuoi leggerezza o pace, vuoi guardare e farti guardare dentro gli occhi. rivederlo per tutte le sere che hai scritto testamenti invece che lettere d'amore. vorresti fare a cambio con lui per scoprire cosa sente e dove, come suona la sua voce da dentro la testa. poi sì, magari tornerà, ma tu hai già fatto in modo che sia andato via anche lui. e un paio di sogni più in là non c'è più molto da sognare, ché il tempo comincia a passarti sopra, come un'eiaculazione retorica da viziatelli intellettualoidi che, in fondo, muoiono di noia.