i repulisti si fanno a pasqua o a fine anno, mica adesso. eppure mi apro, mi annuso e so di tappo (immateriale). dopotutto, i veleni del primissimo mattino meritano un cestino (rifiuti speciali). butterei via un biglietto aereo, se solo si potesse (carta, ma anche cielo). le piante seccate da troppo concime francese [(verde) neanche dagli smeraldi nasce niente]. vivere a scrocco e aprirsi la bocca con gli schiaccianoci (rifiuto violento). le mille patine di quel cd in microfrantumi sul tavolo (immateriale). il riso appiccicaticcio e giallo sfida la retina dal fondo della pentola (organico). quel portento di vibratore che non funziona più (più che plastica: gomma). gli occhiali e le miopie [fisiche e ipermetropi (soprattutto vetro)]. con le lettere inutili ci si può sempre pulire il culo (riciclabilissime, come le mie parole). le mail si possono stampare (ibidem). i pugni di chi dispone del potere che ha rubato (schifo). i telefoni squillano mai o troppo spesso (tossico). la manicure, pedicure, acconciatura (trash). una meraviglia di coca-cola in lattina giù per i dirupi della coscienza (alluminio). le ennesime ultime occasioni che non se ne può più (molto ingombranti). mi hai solo stancata più volte per tutte (pile esauste). esco a buttare la spazzatura, non so se torno.