nel 1992 avevo dieci anni. sarajevo era il posto bellissimo di vacanze bellissime. da quanto tempo è che non ci torniamo? ho promesso a marko che ci saremmo visti presto. da bari a dubrovnik quanto sarà? qualche bracciata. e poi, da lì, è un attimo. che cosa vuol dire che non possiamo tornarci neanche quest'anno? ma che guerra? chi è che bombarda la jugoslavia? come gli jugoslavi? e marko? gli ho fatto un disegno e gliel'ho mandato. dove gliel'hai mandato? a casa sua, no? ho scritto per marko, sarajevo, jugoslavia. ormai gli sarà arrivata, 'sta busta, no? chissà perché non risponde. niente, niente di niente. più mi spiegavano e meno capivo. marko non è serbo o croato o musulmano, marko è di sarajevo e conosce i boschi. ora, dove non c'è una strada, ci sono le mine antiuomo. le facciamo noi, sai? voi fate quello che volete, noi andiamo a giocare nel bosco. voi chi? io, marko e gli altri bambini. i bambini, a sarajevo, non giocano più. neanche quelli che scappano sempre quando quello si mette a urlare da quella torre? che poi dov'è che vanno? non l'ho mai capito. in che senso non giocano più? ma cos'è quella faccia? i bambini li lasceranno in pace, no? non c'entrano niente con queste cose. nessuno c'entrava niente. siete tutti pazzi, ora lo trovo io marko: registro tutti i telegiornali e riguardo premendo stop per vedere dov'è che sta giocando a nascondino senza di me. stop, play, stop, play. non lo vedo mai, ma che fine ha fatto? ci sarà un'altra bambina che gli piace più di me. ma perché a scuola non interessa a nessuno? sono barbari, che si scannino tra di loro. o, peggio: sono i serbi che sono sempre stati stronzi. ma i serbi non erano così gentili? ti ricordi, papà, quella cuoca dell'albergo di belgrado che mi ha regalato due matite colorate? e quella bambina che voleva una mia scarpa rossa in cambio di un suo zoccoletto di legno? ana? sì, ana. perché non ci hai fatto fare a cambio, mamma? potevamo fare una io e una lei! e basta con quella faccia! ma ti pare che si mettano sul tetto di un palazzo a sparare a marko? nessuno lo farebbe. beh, ma che ci vuole a convincerli a fare pace? basta andare là, uno di quei caffè che non finiscono mai, mignolo-mignolo e tutti amici come prima. migliaia di morti? come migliaia di morti? a me non me ne frega niente di quanta gente è morta. a me interessa marko e giocare a nascondino. 
nel 2002 avevo vent'anni e sono andata a vedere cosa è restato e cosa  è andato perduto. a conoscere la gente e i luoghi che abbiamo protetto. a conoscere la gente e i luoghi che abbiamo bombardato. ci ho gironzolato e ci ho vissuto, in quell'aria di tregua, stando sempre attenta a dove ho messo i piedi. ogni volta, ho riaperto qualche mia ferita bambina. ogni volta, ho amato di più le persone e i posti. ogni volta, ho smesso di provare a capire e ho ricominciato qualcos'altro. ho sempre cercato marko e non l'ho mai trovato, neanche a pezzi o in un lago di sangue.

nel 2012 ho trent'anni e l'europa vince il nobel per la pace. penso ad azra e alle stelle che stanno giù.