via i tuoi capelli, per il piacere dei miei occhi. perchè scrivevo che avrei voluto lasciare sul treno il dolore del tuo corpo a un metro dalle mie dita. e avrei voluto restarci anch'io su quel treno, per restare con lo stesso dolore. dirottarlo per scappare dalla vergogna di questo paese che mi fa rabbia. poi la valigia di cartone che affonda i canini nell'impegno. le scelte, l'ultimo minuto, anni di riflessioni e poi l'unica cosa che non avevo considerato. questa vita che, in fondo, non avevo immaginato. il prurito della rivoluzione del mondo sotto i piedi, il candore dello spazio che saprò fami bastare. la mia aridità si sente in colpa e poi dorme fra i nostri cuscini verdi. è il triangolo che avevo considerato, spero non t'ingelosisca.