sono quella che dice cose dirette, troppo dirette. la merda puzza anche se viene edulcorata. e il tatto lo conosco solo per dare e darmi piacere. cavalco la vita in un rodeo. entro nei pensieri a pieno peso, obeso, e subisco i repulisti di mezza estate. mandata via insieme alle tazzine sbrecciate, via con i calzini rattoppati sul ditone. invece me ne vado scalza, scivolando sulle cose e sui ceci. mi cospargo di glicerina e pattino sul rancore delle maledizioni. sono quella che boicotta la campagna acquisti, tacciata di cinismo e aridità. dormo all'ombra dei carrubi del mio deserto e poi le oasi le annaffio con il napalm. sono l'intransigente o l'intellettualoide snob, a seconda dei casi. e quando vado via qualcuno annega nell'odore dei ricordi. sono la stronza che assicura i nodi del tendone di notte, quella che di notte lava i piatti. le cose per me le faccio sotto i riflettori, tutte le altre al buio, come il peggior scassinatore. ma questo gioco paga poco e io sola so quanto mi costa. paga poco e io gioco per vincere il vuoto.