sigarette si assottigliano e non smetteranno mai. le parole vanno e vengono senza che ce ne sia bisogno. i giorni in cui non ce n'è bisogno e quelli in sovrapposizione. nel calamaio dell'immaginario, inchiostro rosso fuoco che quadretta tutto. pare che non sia mai questione d'etichette, non d'apparenza, né di definizione. eppure c'è sempre qualcosa che s'incricca, che stride. qualcosa che abbandona. che mi lascia al mio nichilismo di lusso, quello ragionato, quello di chi non ha problemi ma se ne fa un sacco. tutto si spiega, prima o poi, in nome dell'incomprensione, dell'incompatibilità. contorto è bello, fino a quando non c'è da assumersene la responsabilità. farci l'amore è bello, con il contorto, sbatterci la vita contro è pressoché impossibile. la condanna per quando si è pensato che passasse, che guarissi, che cambiassi. io lo so sempre che certe cose non sono reversibili. e che le diffide non si prestano ai sorrisini del compatire. quelli di chi la sa lunga, di chi ha ceduto e precipita. di chi ci è passato. io l'avevo detto, ogni singola volta.