piangi, piangi. piangi che cresci. anche se ti senti un elastico con le fibre che si slabbrano. anche se a volte senti le giunture che cedono. piangi anche quando, sapendo di star facendo tutto a pezzi, non puoi far altro che crollare sulle ginocchia, con tutto il peso. quando ti ascolti urlare e rantolare e hai paura di morire soffocata, per nottate e ore. quando guidi come una pazza e gridi e non vedi più niente. quando ti lasci condurre per mano a guardare la luna piena da donna a donna, lassù in altissimo, e poi non c'è nient'altro che precipitare. giù, giù, al fondo di tutte le lacrime che standosene accucciate lì, ti hanno salvato e maledetto la vita insieme. perché è meglio volersi strappare le guance per l'umiliazione. è meglio vomitare tutte le volte in cui hai pensato ai mezzucci di quattro sgualdrine (deboli), che non riuscivano neanche a farsi stuprare con dignità. vomitarle tutte, una per una, ricordarle e gettarle via. piangi per il disgusto di chi ha supplicato e preteso la tua merda, che poi quando le mani deve mettercele per davvero si attarda in sofismi. e senti la sua voce ma non c'è. è meglio se piangi comunque. soprattutto se hai paura di non essere abbastanza. a costo di sentir parlare di manipolazioni, sceneggiate etc, di sentirti dire che volevi scopare e non che volevi lui. ascolta e vai a piangere a casa tua. adesso piangi. e domani, piano piano, metti i pezzetti tutti assieme e vergognati un po' di meno. chi ti fa sentire una merda con sacrosantissime lezioni di stile, poi t'infila granelli di sale grosso nelle piaghe. ma lo fa per il tuo cazzo di bene, ricordatelo sempre. non voleva farti male, anzi. ripeti. ripetilo mille volte e piangi. quella voce non c'è più, quegli occhi non ci sono più e se vuoi piangere, piangi. così i detriti scivolano via e tu vivrai meglio di come hai vissuto tutta la vita che ricordi. non ci sarà il suo petto schiacciato sotto al tuo naso, dietro alle tende che avete squarciato e poi noncomprato assieme. pensavi davvero di aver diritto a tutto ciò che hanno le altre? stupida. vergognati e piangi. tu non sei come le altre se non piangi per impietosire un uomo o se lo fai senza neanche rendertene conto o se lo fai, te ne rendi conto e non funziona. ti brucia il culo per le tue colleghe, per i loro fiori e per i loro anelli? meglio così. fino a che non capisci dove sta veramente il succo, te lo meriti. impara a piangere e poi vediamo chi ride per ultimo. sei stanca? l'orgoglio ti scassa le fondamenta? lo so. tu però, adesso non puoi fermarti, a qualunque costo. non bloccarti, piangi. finché ti sento piangere vuol dire che sei viva. se senti dolore sei viva. imparerò a sentirti donna anche senza umiliarti, senza farti sprofondare nelle mie lacerazioni emotive. imparerò a mettere insieme una donna e la felicità, nello stesso corpo. nello stesso mio corpo. mi serve qualche altra chiave e qualche altra lacrima. io adesso mi tocco e ti guardo, tutto il resto lo imparerò. ora impara tu a fare la donna e piangi perché hai paura del silenzio.