faccio finta che questo letto sembri un po' meno grande così. palliando questo disorientamento. eppure sarei a casa mia, secondo il manuale. ma mi accorgo di quanto stringa questa maschera, di quanto io diversa e ossimoro di me. liscia da dopodomani in poi, per qualche tempo graduale. cannella e vaniglia le sento nel naso, regalate senza sale nell'ennesima notte troppo corta di questo baraccone. che bellezza. una volta ho fatto l'amore con babbo natale, ricordi? l'ho fatto squagliare sulla pancia e su tutte le labbra che ho, senza ingoiarlo perchè ancora ero certa che fossimo agli sgoccioli, io e te. poi sei restato nei giorni dell'appendicite, al mare nel culo dell'adriatico. sei rimasto nel primo carrello della spesa e addosso a me che c'eri già. come se fosse possibile. con la personale consapevolezza che fosse da sempre. e lo sei. sei nel farsi e nel disfarsi di questa donna che litiga con i propri limiti. battaglia nel tuo nome. (a proposito, emma? ti piace? così non lo dimentico più, per la solita questione degli scripta che manent). cestino. ripristina? no: svuota.