le conoscevo queste ore. le avrei polverizzate con la scusa del vento, crogiolandomi nell'irresitibile goduria dell'assenza. porterò questa notte a compimento svolazzando come un clarinetto lontano, senza esagerare. un pochino, una ninnananna. invece di guardarmi intorno e provare sdegno e pena per le vite di chi m'inciampa all'orizzonte. questa sera avrei solo portato a spasso le mie certezze arroganti, le vette e gli abissi. e i proprietari di queste vite non avrebbero capito, né si sarebbero nauseati del girotondo di miserie in cui sono intrappolati pur avendone tutto il diritto. avendoci investito una vita intera, essendosi compromessi, impegnati e assunti delle responsabilità. oggi risparmio un po' di fegato e un po' di pazienza. non mi presterò alle catarsi, ai dialoghi con i lati oscuri, alle condoglianze brutali. sarà anche che non mi era mai successo di non decidere cosa sentire, provare, immaginare o come. e che mi piace moltissimo.