la sagra del silenzio, sulla collina. una luna che parlarne non è possibile e certe catarsi violentano il controllo. l'equilibrio è fittizio, sudato e astemio. e questa notte è un'aritmia, una veglia che gocciola dalla lancetta dei secondi. d'inverno è più facile: c'è il piumone che affonda fra le cosce. e mi hanno persino detto che l'insonnia è un privilegio. ma sono io a ingarbugliarmi, come se fosse facile, poi, grattarsi il naso con un braccio annodato alla malafede. incespicare per tutto il giorno, con quel senso di colpa bastardo e latente del perdere tempo. la stanchezza fisica, le ricerche di lucidità, la percezione degli scorrimenti. ancora un capitolo, uno solo. e poi cercare una pagina che finisca con un punto. e quel dannato 'tanto ormai..' avanti così, fino all'epifania dell'ostinazione (l'alba). e lo chiamano privilegio. mi viene in mente di abdicare, giusto il tempo d'una leccata alle tempie di morfeo. ci metto un attimo, mi prostituisco per una dormita senza sogni, una sola.