io, voi e il sottoscala. in un silenzio da suoneria felpata. con solo la memoria delle mani. quelle mani che completano, contemplano e contengono. quelle strette sul collo che tarpano il respiro. non urlare. non piangere. non andare ma sparisci. non guardarmi come solo le mie spalle han saputo vedere. via l'odore. nudo di lenzuola. questa stanza di nature morte. all'ombra del ritratto giacciono i contorni. quelli scavati con le unghie, quelli che si specchiano desnudi. il contorno, limite fluttuante della forza delle mie fughe. chi scappa restando non ha mai gioco facile. e io lo so bene. vomitare chilometri come anatemi può funzionare. vulnerant omnes, ultima necat. e io non lo so se questa ferisce a morte. o se uccide per davvero.