era come se fuori da questo letto cominciasse la menzogna del mondo. come ogni volta in cui riprendo possesso del mio corpo. quando le grandi verità che mi hanno gocciolato addosso si asciugano in patine da bidet. poi digerisco e so che non è vero. mi guardo bene dagli occhi invadenti: le mie aridità sanno far pena. sono una pena d'implosioni silenziose, carotaggi inutili di nervi a fuoco e carne. quella carne che mi piace tanto, che mi spalmo sulle labbra ogni volta in cui mi cerco. il veicolo di me, la cancrena di tutte le paure che ho. manco di coraggio, non di volontà. vomito potere agli angoli della notte e al mattino mi riempio le spalle dei tuoi maglioni, come se fosse sufficiente. dovrò spezzarmi le falangi a morsi e vagare nei mesi come lo spettro di ciò che avrei voluto fosse.