avevo quel ridicolo metro di carta in mano, e piccole matite come sempre in quantità. tracciavo renders in 2d accanto all'ipotalamo di tre piccioni con una fava (la tua). soppalchi e catafalchi, divani, tappeti. odore dei pochi incensi che ci hanno lasciato quei due, nella mia mente. come bambini nei negozi di dolciumi assaggiavo l'acciaio, il vimini e il legno con l'acquolina. poi quel cotone così ruvido e spesso e l'odore del tuo accappatoio. bagni e triangoli inusuali: di una tenerezza che fa venire. dietro gli stessi vetri appannati che ci sono nei miei sogni. vi aspetto lì. ma il via alle gare di corsa dopate lo do io. 'partenza', non 'attenti'. e lavati la bocca quando parli delle cozze, la raffo pride intellicence agency funziona meglio del mossad. però, nonostante te, ho ancora voglia di squagliare la mia bocca nella tua.