costretta alla penna e al foglio dalla spensierata gioventù. mi ha insegnato che non c'è poi tutto questo tempo da perdere. che non si sceglie di condividere o meno: lo si fa e basta. così come non si sceglie di sognare o di ricordare i sogni fatti: si sogna e basta, soprattutto al mattino. proprio con il rischio che per una volta si vinca e non si perda. che le nottate, i chilometri, le pazzie e gli aerei fanno più male e meno danni di una tripla sega carpiata. che il globo vale sempre la candela. che le implicazioni, le complicanze, le aspettative sleali, le disillusioni e le inadeguatezze sono cose da malati o da vigliacchi. che si sente per sempre, che lo si dice e che poi lo diventa per davvero, a volte e in ogni caso. che in una notte come questa, con questa stronzissima luna, batte il cuore e non si riesce a pennicare. che ci vorrebbe il coraggio di smuovere il culo, le montagne e l'empatia. e chi si è visto si è visto.